Nei dintorni, il borgo di San Vito
a pochi chilometri da Villaputzu si trova il ridente paese di San Vito, dalla lunga storia e con i nuraghi di Asoru e Genna Mesa. Da notare il complesso minerario di Monte Narba, villaggio operaio comprendente una falegnameria, un ospedale e un'officina meccanica
Il Sarrabus è una subregione ricca di storia, cultura, bei paesaggi e borghi ridenti; a pochi chilometri da Villaputzu si trova San Vito, paese dalla lunga storia e dotato di numerosi edifici di pregio storico e artistico. Nella zona si trovano testimonianze dell’epoca nuragica e prenuragica come nuraghi e domus de janas, le famose strutture sepolcrali sarde, ma anche del periodo romano. Nel medioevo il paese fu parte del Giudicato di Cagliari e di quello di Gallura, venendo conquistato da Pisa e infine dagli aragonesi. Gli iberici introdussero il feudalesimo e affidarono San Vito ad alcune potenti famiglie della zona, tra cui i Carroz e i Centelles, fino alla soppressione del sistema nel 1839.
Il paese è ricco di edifici religiosi: ci sono le chiese di San Vito, San Lussorio dal tetto a capanna e il campanile a vela a due luci, la piccola campestre di San Priamo, Santa Maria e Sant’Antioco. Vi sono anche numerosi nuraghi: Asoru, Genna Mesa e la necropoli di Pranu Narbonis.
Degno di nota è il complesso minerario di Monte Narba, attivo fin dal Settecento: vi si estraevano piombo e argento in grandi quantità. Nel 1864, quando la gestione passò alla Società Lanusei, venne edificato un villaggio destinato agli operai provvisto di falegnameria, telefono, presidio ospedaliero, officina meccanica, energia elettrica. C’era anche Villa Madama, abitazione signorile di tre piani dove dimorava il direttore. Oggi il complesso è abbandonato e danneggiato.